lunedì 29 dicembre 2008

Masada: Live at Tonic (2001)


Recorded at Tonic live club, New York
You can always expect the unexpected to happen at a Masada concert, but when Masada plays at its home base Tonic, in the heart of New York’s Lower East Side everything just shoots right off the scale. One of the most exciting live bands performing two of their most incredible live sets ever to an electrically charged packed house at the most important new club for new music in the world. Nights like this are what New York is all about. One magical evening on two CDs - over two hours of music.


Tracklist:
Disc 1 (61:05)
1. Karaim
2. Ner Tamid
3. Acharei Mot
4. Kisofim
5. Jachin
6. Malkhut
7. Nashim

Disc 2 (79:39)
1. Lilin
2. Khebar
3. Galshan
4. Malkhut
5. Shevet
6. Shamor
7. Acharei Mot
8. Kisofim
9. Shechem

Total Time: 140:44

Line-up:
- John Zorn / saxophone
- Joey Baron / drums
- Greg Cohen / bass
- Dave Douglas / trumpet


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sabato 27 dicembre 2008

Film Works X: In The Mirror Of Maya Deren (2001)


Maya Deren è un'attrice e regista, attiva fra gli anni '40 e '50, donna visionaria, piena di vita e di inventiva. Il documentario di Martina Kudlacek ha l'intento di ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita, segnata da pellicole sperimentali e lunghi viaggi nei quali ha approfondito culture di ogni tipo. Particolarmente interessata ai rituali religiosi haitiani e alle danze tradizionali dei luoghi esotici ed orientali, Maya ha lasciato un'impronta davvero forte nella scena underground, anche grazie agli intensi film muti che ha realizzato o lasciato incompiuti.
Da parte sua John Zorn, il quale si è preso la responsabilità di scrivere la colonna sonora per il documentario, ha riversato in cinquanta minuti tutto il suo affetto per l'immagine della Deren, dedicandole musiche davvero intense ed evocative che muovono dalla tradizione klezmer alla classica, con intervalli percussionistici ad opera di Cyro Baptista. Nonostante nel film queste musiche appaiano in misura molto contenuta, esse sono state giustapposte con cura nell'accompagnare le immagini di Maya, rispecchiandone la sincera sensualità. Come poche altre volte, le melodie di Zorn rimangono chiaramente impresse nella mente dell'ascoltatore, come le magnifiche versioni di “Kiev” e “Nostalgia”. Ancora una volta è il violoncello di Erik Friedlander a dominare lo scenario, con un tocco delicato che d'un tratto sa diventare straziante, accompagnato dall'inconfondibile pianoforte di Jamie Saft. Diventa impossibile non innamorarsi di certe composizioni, che questa volta possiamo considerare davvero irripetibili nella discografia di John Zorn.
Un Film Work toccante, immancabile.

Hypnotic, sensual and evocative music for Martina Kudlacek’s brilliant and detailed documentary on the life and work of underground film legend Maya Deren. Mixing myth and ritual with avant-garde dance and film techniques, Maya forged a creative language that continues to resound in the very best of today’s experimental artists. The music here moves from nostalgia to mystery, capturing the many moods of Maya’s life and art. Performed by Erik Friedlander, Jamie Saft and Cyro Baptista, In the Mirror of Maya Deren also features the unique piano stylings of John Zorn over three dreamy string arrangements. From Klezmer to classical, Haitian drumming to Indonesian gamelan, easy listening to minimalism, this score is one of Zorn’s most beautiful and touching listening experiences.


Tracklist:
1. Drifting 1 (2:13)
2. Dancing (5:12)
3. Kiev 1 [Piano] (3:57)
4. Teiji's Time (2:16)
5. Nostal Gia [Duo] (3:41)
6. Filming (5:51)
7. Mirror Worlds (1:50)
8. Nightscape (2:27)
9. Nostalgia 2 [Cello] (4:21)
10. Haiti (2:34)
11. Kiev 2 [Cello/Bass Drum] (4:42)
12. Voudoun (3:27)
13. Drifting 2 (2:22)
14. Kiev 3 [Cello] (4:41)
15. Drifting 3 (2:17)

Total Time: 51:51

Line-up:
- Erik Friedlander / cello
- Jamie Saft / keyboards
- Cyro Baptista / percussion
- John Zorn / piano


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martedì 23 dicembre 2008

Songs From The Hermetic Theatre (2001)


Arrivati al 2001 si era oramai convinti che Zorn si fosse impadronito di qualsiasi genere musicale: free-jazz, hardcore, musica da camera, rock, heavy metal, surf music, ambient, klezmer... Ebbene, ne mancava uno, l'elettronica: così nasce “Songs From The Hermetic Theatre”, un album che sin dal titolo ci avverte della sua complessità impenetrabile. Esso raccoglie 4 brani molto differenti tra loro, che al primo ascolto difficilmente potranno essere apprezzati, specie se siete neofiti. Personalmente, posso dire che questo è stato il secondo album di Zorn che ho affrontato, e già allora mi lasciò di stucco l'ermetismo di questi pezzi. E' necessario perciò concedergli più d'un ascolto, se si ha l'intento di svelarne il segreto.
“American Magus”, brano d'apertura dedicato all'artista Harry Smith, è la prima composizione totalmente elettronica dell'autore. Un quarto d'ora di concatenazione sonore innaturali, che un regolare ascoltatore di musica sperimentale troverà di certo interessanti, nonostante la ripetitività di fondo.
Segue “In The Very Eye Of The Night”, che rientra invece nella classificazione “computer music”. Dopo una breve registrazione della voce di Maya Deren (cui sarà dedicato il successivo Filmwork), si apre di fronte a noi un tappeto sonoro di bassi rombanti, solleticato da fruscii e leggere ventate trillanti. Questo brano racchiude in sé tutto l'ermetismo di questo album, il cui mistero si infittisce un minuto dopo l'altro.
Ancora un episodio elettronico, ma contenente suoni sempre più violenti e spigolosi. Qualcuno ha saggiamente detto che pare inscenare il “suicidio di un computer”, o al limite un inquietante cortocircuito. Passano così altri 10 minuti da incubo tecnologico, sconvolgenti nella loro forma di tortura.
“Beuysblock”, con la sua introduzione di violino, pare venirci lentamente incontro dopo un supplizio che sembrava non finire mai. E' la splendida chiusura del teatro ermetico. Suoni di oggetti comuni accompagnano frasi altrettanto spaventose di pianoforte. Immagini di tutti i giorni diventano sinistri presagi: fogli accartocciati, forbici, acqua che scorre, e di nuovo quel violino. E' finita, ma il ricordo non se ne va così facilmente.
Quasi tutto ciò che sentite in questo album è opera delle mani di Zorn stesso, e si sente. Queste “songs” hanno la firma inconfondibile dell'artista, fanno paura da quanto sono dirette. A quanti di voi piacerà questo disco? Molto pochi, senza dubbio. La spiegazione è semplice: con il “teatro ermetico” non possiamo più parlare di musica, siamo passati senza alcun dubbio all'arte contemporanea. E' l'unica motivazione per cui questo album non ha limiti, spinge l'ascoltatore ad odiarlo, a rivenderlo, a non sentirne più parlare. Arte, pura e semplice arte.
Suona strano, dopo tutta la buona musica cui Zorn ci ha abituati. Ma credo di poter ritenere “Songs from the Hermetic Theatre” un capolavoro, al cui interno si consuma una tragedia silenziosa che pochi avranno il coraggio, e l'onore, di vedere.

In March 2001 Zorn entered the recording studio to create four very different compositions. American Magus is Zorn's first piece of purely electronic music, and it is dedicated to the underground innovator Harry Smith, whose legendary paintings, groundbreaking films, eclectic collections (ranging from Ukranian Easter eggs, string games, found paper airplanes to cassettes of New York City ambiences) and encyclopedic mind has continued to excite, confound and inspire artists worldwide. BeuysBlock, a bizarre meditation on the work of conceptual/performance artist Joseph Beuys, is scored for piano, string orchestra and an incredible array of homemade sound devices, all performed by Zorn himself. Also included is Zorn's tribute to Maya Deren, dancer, filmmaker, authority on Haitian voodoo and one of the most important and influential figures in the New York underground and the mindbending sonic hieroglyphs of Codebreaker, Zorn's first piece of computer music. An essential collection of dialogues from one generation of the underground to another.


Tracklist:
1. American Magus (14:10)
2. In The Very Eye Of Night (11:21)
3. The Nerve Key (9:36)
4. Beuysblock (16:14)

Total Time: 51:21

Line-up:
- John Zorn / electronic and computer music, piano, maracas, whistle, flute, bass, water, drum, flute, glass bowl, metal pipes, wax paper, mud, staple gun, etc.
- Jennifer Choi / violins


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sabato 20 dicembre 2008

Madness, Love and Mysticism (2001)


Se parliamo di musica da camera nel contesto musicale di John Zorn, sappiamo di doverci aspettare qualcosa sopra le righe, molto spesso di poco accessibile, quasi sempre di eclatante. “Madness, Love and Mysticism” non delude i nostri pregiudizi, e ci presenta una tracklist essenziale di cui godersi ogni singolo istante. Tre pieces furibonde, maledette, sublimi al limite dell'immaginazione.
Il primo brano, “Le Mômo”, equivale ad un quarto d'ora per piano e violino, rispettivamente di Stephen Drury (“Angelus Novus”, “Aporias”) e Jennifer Choi (comparsa nel precedente “The Gift”). Incredibile l'affiatamento dei due artisti, le cui note si susseguono incessanti, togliendo letteralmente il fiato. A detta di Zorn stesso, uno dei pezzi organizzati più rigorosamente in tutta la discografia. Melodie sempre in bilico tra l'oscuro e il goliardico, capaci di lasciare il segno già dal primo ascolto. In assoluto uno dei picchi più elevati del grande compositore.
“Untitled” è un visionario pezzo per solo violoncello, ovviamente affidato al grande Erik Friedlander, che dà definitivamente prova del suo virtuosismo, ma sempre pervaso da una grande sensibilità per il suono dello strumento. Sempre più fremiti nell'arrivare alla prima mezz'ora del disco.
Infine, i tre musicisti si riuniscono in un solo pezzo dedicato, come da titolo, all'amore disperato e folle. Certamente il brano meno facile dei tre, ma che sa ancora stupire per la sua accuratezza e passione esecutiva. Gli ultimi 20, gloriosi minuti di questa nuova raccolta. Una vera gemma, complessivamente rientrante nelle migliori prove di Zorn. Un'opera di grande maturità artistica, a conferma della fantasia inarrestabile di questo genio.

Definitive performances of three dynamic new chamber pieces pushing the boundaries of virtuosity and intensity. Le Mômo, for violin and piano is a work of extremes, a ritual about exorcism and possession inspired by the works of visionary 20th Century shaman Antonin Artaud. Untitled, dedicated to Joseph Cornell, the hermetic New York artist whose delirious box constructions mix innocent nostalgia with uncomfortable personal obsessions, is a tour de force for solo cello brilliantly performed by Erik Friedlander. The piano trio Amour Fou explores love—obsessive love, mad love, doomed love in a compendium of moods ranging from Buñuel to Bataille, Scriabin to Messiaen. A mysterious and romantic new direction from John Zorn.


Tracklist:
1. Le Mômo (16:21)
2. Untitled (15:27)
3. Amour Fou (20:14)

Total Time: 52:02

Line-up:
- Jennifer Choi / violin
- Erik Friedlander / cello
- Stephen Drury / piano


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martedì 16 dicembre 2008

Music Romance Vol. III: The Gift (2001)


Il terzo (e finora ultimo) volume di “Music Romance” è un gioiello per gli intenditori e una boa di salvataggio per chi ancora annaspa nella discografia più complessa di Zorn. “The Gift” è puro easy listening, davvero per chiunque: atmosfere sempre rilassanti, delicate e rasserenanti, che lasciano dimenticare gli incubi evocati da “Painkiller” e “Naked City”.
Le tracce di questo album sono fortemente ispirate dalla musica surf e in generale la world music più esotica. Niente più noise, niente hardcore a tutto spiano, solo vastissime spiaggie assolate e mare a perdita d'occhio. Su tutti, l'incanto della chitarra di Marc Ribot e le percussioni di Cyro Baptista compiono il miracolo di una raccolta melodica che va dritta al cuore. Non sarà l'inquietante “Bridge To The Beyond” a farvi cambiare l'idea complessiva che vi sarete fatti di questo eccezionale capitolo.
Dopo tanti anni, Zorn si prende una sorta di vacanza compositiva, e fa a tutti un vero e proprio “regalo” in forma musicale. Grazie.
E buon Natale a tutti voi!

A beautiful and lyrical exploration of surf, exotica, easy listening and world beat, The Gift is an honest and heartfelt offering to music lovers the world over: an invitation to forget about the worries and cares of the world; to sit back and relax. Featuring Marc Ribot (Postizos), Trevor Dunn (Mr. Bungle), Cyro Baptista (Herbie Hancock), Jamie Saft (Bobby Previte), Joey Baron (Masada) and many special guests, this is the album Naked City fans have been waiting for. A side of John Zorn you’ve rarely heard, the music of The Gift is both relaxing and stimulating, like feeling perfectly at home in a place you’ve never been before. John Zorn "for lovers only."
Merry Christmas everybody, here's your "gift"!


Tracklist:
1. Makahaa (5:18)
2. The Quiet Surf (3:15)
3. Samarkan (6:39)
4. Train To Thiensan (3:52)
5. Snake Catcher (6:30)
6. Mao's Moon (5:17)
7. Cutting Stone (7:08)
8. La Flor del Barrio (3:10)
9. Bridge to the Beyond (5:30)
10. Makahaa (reprise) (4:34)

Total Time: 51:23

Line-up:
- Marc Ribot / guitar (1-5, 8-10)
- Jamie Saft / organ (1, 10), Wurlitzer piano (2, 3, 5, 7), piano (6), keyboards (4)
- Trevor Dunn / bass (1-5, 8-10)
- Cyro Baptista / percussion (1-7, 9, 10)
- Joey Baron / drums (3, 4, 6, 8, 10)
- Ned Rothenberg / shakuhachi (3)
- Dave Douglas / trumpet (6)
- Jennifer Choi / violin (2, 6)
- Masumi Rostad / viola (6)
- Raman Ramakrishnan / cello (6)
- Greg Cohen / bass (6)
- Mike Patton / voice (9)
- John Zorn / piano, theremin (9)


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sabato 13 dicembre 2008

Film Works IX: Trembling Before G-d (2000)


A tre anni di distanza dall'ottavo capitolo della serie Filmworks, Zorn scende nuovamente nel campo cinematografico con una colonna sonora davvero unica per un film altrettanto particolare: un documentario sulla comunità omosessuale di cultura ebraica, che cerca di conciliare la propria fede con questa scelta di vita.
La principale attrattiva di questo score è la line-up davvero essenziale: tastiere da parte del grande Jamie Saft e clarinetto (Chris Speed), i quali collaborano in quasi tutti i brani, tranne quelli dove compare solo il pianoforte o dove si aggiungono le percussioni (Cyro Baptista). Un'atmosfera davvero delicata, perfetta nella sua semplicità.
Altra caratteristica interessante è la presenza nella tracklist di alcuni pezzi tratti dal primo libro di Masada, qui reinterpretati dai due musicisti di cui sopra. Una scelta che, oltre ad arricchire l'atmosfera secondo il tema trattato, può sorprendere chi ricorda bene quelle famose melodie del quartetto free-jazz. Per più di un'ora, le composizioni di Zorn ci accompagnano ancora una volta nell'universo israelita, ammaliandoci dall'inizio alla fine. Un'altro magnifico tassello di questa ricchissima serie.

Zorn’s first soundtrack in three years is a dark and moody setting for a controversial documentary about the Gay Hasidic community. The score for Trembling Before G-d features two of the most inventive and creative musicians out of the burgeoning Brooklyn scene: Jamie Saft on organ and piano and Chris Speed on clarinet, with a special guest appearance by Filmworks regular Cyro Baptista. Over sixty minutes of beautiful and haunting Jewish music, including several pieces from Zorn’s popular book of Masada compositions.


Tracklist:
1. Trembling Before G-d (2:25)
2. Mahshav [Solo Piano] (5:01)
3. Tashlikh (4:26)
4. Yechida (0:54)
5. Idalah-Abal (7:49)
6. Simen Tov / Mazel Tov (1:25)
7. Sholom Aleichem (1:12)
8. Notarikon (4:11)
9. Maskil (3:25)
10. Trembling Before G-d [Solo Organ] (2:51)
11. Mahshav [Duo] (8:26)
12. Desert Montage (1:45)
13. Kaporeh (2:18)
14. Tashlikh [Fast] (2:18)
15. Nigun (2:02)
16. Trembling Before G-d [Intro] (3:13)
17. End Titles (6:01)
18. Kaporeh [Solo Piano] (4:18)

Total Time: 62:21

Line-up:
- Jamie Saft / keyboards
- Chris Speed / clarinets
- Cyro Baptista / percussions (12, 17)
- John Zorn / voice (6)


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mercoledì 10 dicembre 2008

Cartoon S&M [Chamber Music] (2000)


Un doppio disco per intenditori e collezionisti, se vogliamo. “Cartoon S&M” è ambientato in Olanda, dove Zorn ha assoldato alcune delle migliori ensemble europee per registrare in pompa magna le sue chamber pieces più emozionanti.
La prima parte, “Cartoon”, contiene brani di composizione più “ardita”, cioè più tendenti alla forma sfrenata/scherzosa dei primi game pieces. Zorn stesso dichiara di essere stato ispirato principalmente da Carl Stalling, che ha musicato molti cartoni animati di Bugs Bunny e Daffy Duck. Questo primo disco contiene brani già apparsi su “The string quartets” e “Angelus Novus”, ma in un contesto quasi più professionale. E' forse questa la forza del doppio album: talvolta si ha davvero l'impressione di ascoltare una registrazione di musica classica nell'accezione più ristretta del termine. Ciò è decisamente evidente in “Karny” (per solo piano) e “Kol Nidre” (per quartetto d'archi).
Il “secondo tempo”, per così dire, risponde alla categoria “S&M”, quindi i pezzi più misteriosi, forse anche i più ostici creati da Zorn. Su tutti l'ormai leggendaria “Memento Mori”, summa dell'intera opera cameristica del grande compositore. A conclusione del tutto ci aspetta un'inedita versione di “Kol Nidre” per quartetto di clarinetti.
Se non avete confidenza con i dischi di John Zorn, al momento questo disco non fa per voi. Può essere al limite un buon passo per fare ingresso in questo genere già affrontato più volte nel corso della discografia. Per i veterani, qualcosa che già aveva del magnifico, si ripresenta allo stato sublime. La raccolta da camera definitiva per questo artista.

Passionate performances of John Zorn’s exciting chamber music by some of the greatest European classical masters. Divided into light and dark, with one CD of quirky cutup compositions influenced by (among many other things) cartoon music and another from Zorn’s S/M "Torture Garden" period. Both CDs conclude with different versions of Zorn’s Jewish standard Kol Nidre including the world premiere recording of his version for clarinet quartet. Beautifully produced by Dutch master musicologist Gert-Jan Blom.


Tracklist:
Disc 1 (Cartoon)
1. Cat O' Nine Tails
2. Carny
3. For Your Eyes Only
4. Kol Nidre (string quartet)

Disc 2 (S&M)
1. The Dead Man: Vars
2. The Dead Man: Sons
3. The Dead Man: Manifesto
4. The Dead Man: Fanfare
5. The Dead Man: Meditation
6. The Dead Man: Rondo
7. The Dead Man: Romance
8. The Dead Man: Blossoms
9. The Dead Man: Fantasy
10. The Dead Man: Folio
11. The Dead Man: Nocturne
12. The Dead Man: Etude
13. The Dead Man: Prld
14. Music For Children15. Memento Mori
16. Kol Nidre (clarinet quartet)

Line-up:
The Asko Ensemble with Stephen Ashbury conducting
- The Mondriaan Quartet
- Erno Hartsuiker
- Ina Hesse
- Rick Huls
- Arnold Marinissen
- Tomoko Mukaiyama
- Niek Wijns


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domenica 7 dicembre 2008

Xu Feng [Game Pieces Vol. 1] (2000)


Zorn decide, sulla soglia del nuovo secolo, di rispolverare il meglio dei suoi game pieces composti fra il 1977 e il 1989. Il primo volume viene destinato a questo “Xu Feng”, ciò che di più lontano possiamo immaginare rispetto a lavori come “Pool” o “Archery”: un disco dove improvvisazione e composizione millimetrica si fondono in un mix quasi irriconoscibile da quanto si presenta solido. Grazie ad una line-up di eccellenti musicisti (tre strumenti alternati fra due musicisti per ognuno), su tutti un inarrestabile Dave Lombardo alla batteria, i 74 minuti di questo colosso sono tutti da godere. La creatività e la brama di avanguardia non fanno che guadagnarci: ogni brano è a suo modo travolgente, veloce e adrenalinico. Zorn intende infatti evocare, sin dal titolo, le scene d'azione dei film con l'attrice Xu Feng, esperta in arti marziali: all'”azione sonora” si aggiunge infatti un sapore orientale che può ricordare i Koenji Hyakkei come gli Happy Family (di stampo Zeuhl).
Questa raccolta di “game pieces” (uno indipendente dall'altro) composti subito dopo lo storico “Cobra”, è uno dei massimi esempi dell'eclettismo musicale di John Zorn. Un disco sfrenato per palati non necessariamente raffinati. Un'occasione anche per chi non ama i lavori più ostici dell'autore. Bellissimo.

This exciting release initiates a new series of CDs documenting the best of John Zorn’s infamous game pieces. Composed largely between 1977 and 1989, these pieces harness improvisers in complex compositional formats, combining the unpredictable edge of improvisation with the structural integrity of written composition. Xu Feng was composed immediately after Zorn’s most well-known game piece Cobra and is the most dynamic and fast-paced of them all. Intense and violent, and featuring an extraordinary band of Tzadik all-stars, Xu Feng captures the exciting Kung-fu action of the Chinese Martial Arts actress for which the piece is named.


Tracklist:
1. The Valiant Ones (10:13)
2. The Fate of Lee Khan (8:57)
3. Legend of the Mountain (4:01)
4. The Assassins (2:32)
5. Dragon Gate Inn (5:26)
6. The Beauty of Yang Hui-Chen (10:43)
7. Trouble at Spring Inn (6:25)
8. Hidden Fortress (7:50)
9. Hsia Nu (7:34)
10. Raining in the Mountains (5:32)
11. A Touch of Zen (4:11)

Total Time: 74:34

Line-up:
- Chris Brown / electronics
- Dave Lombardo / drums
- Fred Frith / guitar
- John Schott / guitar
- David Slusser / electronics
- William Winant / percussion


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giovedì 4 dicembre 2008

Masada: Live In Sevilla (2000)


Recorded in Seville, Spain

Beautifully recorded by Sevilla’s La Tirana recording unit just two months ago, Masada’s concert in Sevilla is a remarkable string of special moments from beginning to end—a perfect balance of mind, heart and balls. Intense, tender, beautiful, exhilarating, over the top, featuring plenty of the telepathic group interaction and attention to detail that has become Masada’s trademark and some outrageous solo excursions by all four members, (including a show-stopping seven minute drum solo by Joey Baron), this is a must-have for all fans of acoustic jazz and one of Masada’s best concerts ever.


Tracklist:
1. Ne’eman (13:00)
2. Katzatz (5:09)
3. Hadasha (11:11)
4. Beeroth (7:30)
5. Yoreh (10:09)
6. Hazor (6:48)
7. Nashon (10:11)
8. Lakom (5:24)
9. Bith Aneth (9:35)

Total Time: 79:02

Line-up:
- John Zorn / saxophone
- Joey Baron / drums
- Greg Cohen / bass
- Dave Douglas / trumpet


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lunedì 1 dicembre 2008

Masada: Live In Middelheim (1999)


Recorded in Antwerp, Belgium
Crossing the Atlantic to meet in Belgium for the first time in almost six months, and going their separate ways less than twenty hours later, Masada’s concert in Middleheim was under pressure from the beginning. Reaching full-out intensity in the first thirty seconds of their very first piece, this is Masada at their wildest—simultaneously out of control and yet intensely focused like a laser beam. "I felt like a squirrel being dragged behind a Mack truck." — Greg Cohen. Beautifully recorded by the Belgian radio.

Tracklist:
1. Nevuah (9:50)
2. Sippur (3:22)
3. Hath-Arob (5:22)
4. Kedushah (6:55)
5. Ne'eman (13:07)
6. Karet (2:05)
7. Kochot (4:59)
8. Piram (12:10)
9. Paran (6:02)
10. Ashnah (7:21)
11. Tahah (7:27)

Total Time: 78:31

Line-up:
- John Zorn / saxophone
- Joey Baron / drums
- Greg Cohen / bass
- Dave Douglas / trumpet


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