venerdì 28 novembre 2008

Music Romance Vol. II: Taboo And Exile (1999)


La formula della serie Music Romance oramai è ben chiara: ciò che Zorn vuole ottenere è un “mélange” di generi che prescinde da un qualsiasi filo logico ben individuabile, tranne quello del puro eclettismo. E se il primo episodio, “Music for children”, poteva avere come limite la scarsa accessibilità di alcuni pezzi, non si può dire lo stesso di questo “Taboo & Exile”, un ascolto che dire intrigante è riduttivo.
Il disco nasce da un ritmo tribale, ad opera del grande Cyro Baptista, accompagnato da organo (Jamie Saft) e trio d'archi di impronta jazz, un accostamento che brilla di originalità e passione. Segue qualcosa di totalmente differente: un rock acido e distorto che ricorda i tempi “crimsoniani” dell'album “Red” (1974), grazie alle leggendarie chitarre di Marc Ribot e Fred Frith. Il terzo brano salta con disinvoltura al klezmer puro, ovviamente a opera dell'inarrestabile Masada String Trio. Poi si ritorna ad un pezzo per sole percussioni dal suono piuttosto corposo (assieme a Baptista troviamo Joey Baron). Segue un piccolo frammento hard-blues, cantato (o meglio urlato) da Mike Patton. Di nuovo un ritorno al free-jazz/klezmer del brano d'apertura, con la stessa line-up, ma con sfumature più delicate. Il settimo brano vede nuovamente i due chitarristi affiancati da Bill Laswell (basso) e Dave Lombardo (batteria), in uno strano connubio fra ambient e rock acido, nuovamente alla maniera dei King Crimson di “Moonchild” o “Providence”. Un altro splendido pezzo per il Masada String Trio, prima di un'altra svolta decisiva del tono: un classico surf-rock, di cui Zorn farà uso soprattutto nel successivo capitolo della serie, “The Gift”; un brano molto piacevole, per un genere che va preso a piccole dosi per emozionare. Il decimo brano ha la stessa line-up del settimo, ma con l'aggiunta di un prorompente Zorn al sassofono, che dà quel tocco in più di sapore noise: ci voleva. “Oracle” è un enigmatico pezzo per violoncello, organo e percussioni. L'ultimo brano è invece una conclusione più “world”, simile all'inizio del disco.
Che altro dire? Un magnifico “all-star record”, probabilmente il migliore della serie Music Romance. Da non perdere.

Not since the early days of Naked City has there been a CD as remarkably varied and at the same time as enjoyable as Taboo and Exile. Running the gamut of styles from moody exotica, hardcore punk, classical, jazz, surf, world music and more, this second volume of this new Music Romance Series features twelve new Zorn compositions performed by the very best of today’s musical visionaries: guitar heroes Marc Ribot, Fred Frith and Robert Quine, bass renegade Bill Laswell, percussion masters Joey Baron, Dave Lombardo and Cyro Baptista, the Masada String Trio and vocalists Mike Patton and Miho Hatori, among others. For lovers of music in all its various mutations.


Tracklist:
1. In The Temple Of Hadajarim (5:12)
2. Sacrifist (4:50)
3. Mayim (3:27)
4. Koryojang (6:21)
5. Bulls Eye (1:08)
6. Zeraim (6:19)
7. Thaalapalassi (10:21)
8. Makkot (2:59)
9. A Tiki For Blue (6:59)
10. The Possessed (6:17)
11. Oracle (4:24)
12. Koryojang (2:25)

Total Time: 61:16

Line-up:
- Cyro Baptista / percussion (1, 4, 6, 11, 12)
- Joey Baron / percussion (4, 12)
- Sim Cain / drums (5)
- Greg Cohen / bass (1, 3, 6, 8, 9)
- Mark Feldman / violin (1, 3, 6, 8)
- Erik Friedlander / cello (1, 3, 6, 8, 11)
- Fred Frith / guitar (2, 7, 10)
- Miho Hatori / voice (11)
- Bill Laswell / bass (2, 7, 10)
- Dave Lombardo / drums (2, 7, 10)
- Mike Patton / voice (5)
- Robert Quine / lead guitar (5)
- Marc Ribot / guitar (2, 5, 7, 9)
- Roberto Rodriguez / percussion (9)
- Jamie Saft / organ (1, 6, 9, 11)
- Chris Wood / bass (5)
- John Zorn / saxophone (10)


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martedì 25 novembre 2008

Prelapse (1999)


with Prelapse

Questo album del 1999 vede John Zorn al fianco di una band emergente, i Prelapse, suoi collaboratori già nel disco “Music For Children”. Oltre ai brani composti dalla band, “Prelapse” contiene anche alcuni frammenti che Zorn aveva composto per i suoi Naked City. Ma nel complesso si può dire che, rispetto agli altri, sono un po' inferiori per godibilità.
I Prelapse sono una scarica di energia, con sonorità vicine all'hardcore quanto al progressive metal, e ciò che ne risulta è qualcosa di piuttosto gustoso per chi sa apprezzare il genere. I vocalizzi di Mason Wendell sono un ottimo connubio tra le grida di Yamantaka Eye e le follie di Mike Patton; gli altri musicisti sono tutti ugualmente notevoli, affiancati inoltre da Zorn stesso al sax.
Un esperimento molto ben riuscito, che purtroppo andrà rapidamente fuori stampa, oltre a non avere alcun successore. Un vero peccato. Non fate l'errore di perdervi questa chicca.


Prelapse is an album by the Boston-based band of the same name featuring John Zorn. The album was recorded in 1997 and released on the Japanese Avant label in 1999: it also features 10 tracks originally written by Zorn for the band Naked City. The band came to Zorn's attention after transcribing several Naked City compositions on "Music for Children".


Tracklist:
1. Menstrual Mystery Meat (0:57)
2. Alarms(3:28)
3. Corkscrew (0:45) [*]
4. Mintcrumb Rosette (3:30)
5. Slingshot (0:55)
6. Blood Sucking Freaks (1:26) [*]
7. Screwball (0:43) [*]
8. Cold (2:54) [*]
9. Message for Alex Part 1 (0:52)
10. Lachrym (3:29)
11. 545: Mystery Hole (2:29)
12. Leper Sap (2:32)
13. Spectres of Bird (1:00) [*]
14. Basketcase (0:39) [*]
15. Fat Neck, No Neck (6:14)
16. Message for Alex Part 2 (0:47)
17. Drag (3:12)
18. Bug Skull (0:29) [*]
19. The Shrike (1:16) [*]
20. Pools of Urine (2:11)
21. Bloodbath (0:39) [*]
22. Purged Specimen (1:30) [*]
23. Coda (0:16) [*]

[*] tracks composed by John Zorn

Total Time: 49:00

Line-up:
- Alex Lacamoire: keyboards
- Rev. Mason Wendell: bass, vocals
- Dane Johnson: guitar
- Andy Sanesi: drums
- Jeff Hudgins: alto, clarinet
- John Zorn [*]: alto


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sabato 22 novembre 2008

Godard/Spillane (1999)


Le due suite che danno nome a questa raccolta sono gli esempi più puri della tecnica “file-card” di John Zorn compositore: questa tecnica consiste nel trascrivere frammenti musicali su carte, per poi riordinarle in modo più o meno logico, sino a formare un unico brano estremamente evocativo.
Il primo brano apparve per la prima volta nella raccolta “The Godard Fans: Godard ça vous chante?” (1986), fuori stampa già allora da un decennio. Si tratta perciò di un tributo al regista Jean-Luc Godard, cui Zorn è molto legato in senso artistico. Egli crea perciò un intenso collage sonoro, inframmezzato da parlati in lingua francese, con le musiche eseguite da Anthony Coleman, Bill Frisell, Bobby Previte e altri eccelsi artisti. Talvolta delicata, talvolta prorompente, la suite “Godard” è perfettamente in linea con lo stile che caratterizzerà la successiva.
“Spillane” infatti è stata incisa su disco nel 1986, e per i fan del compositore non ha alcun bisogno di presentazioni. Il disco dallo stesso titolo è stato uno dei maggiori successi commerciali e di critica per Zorn, il quale decide di riproporci questo splendido brano in versione rimasterizzata. Ed è sempre un brivido riascoltare quelle storiche note, ordinate saggiamente per formare un complesso sbalorditivo. (Per chi si fosse perso questa storica pubblicazione, si consiglia vivamente di recuperarla)
L'ultimo è un piccolo brano natalizio, apparso sulla compilation “Joyeux Noel – Merry Christmas Everybody!” (1987), anch'essa fuori stampa da molto. Si tratta di un breve medley creato sempre con la tecnica “file-card”, ma le atmosfere sono decisamente più orecchiabili delle precedenti. Un simpatico completamento di questa raccolta di brani eccezionali.
L'occasione perfetta per riprendere in mano due pezzi pressoché introvabili di Zorn, e anche di riassaporare la mitica suite di “Spillane”. Tutto eccellente.

Two of Zorn’s most influential compositions, one long out of print, now sound better than ever in this newly remastered critical edition, complete with detailed notes, session photos, reminiscences and more. A lot has been written about Zorn’s "file card" compositions, of which Godard and Spillane are the first and purest examples. Described as "aural movies," these exciting tributes to the life and work of two of the world’s most original and infamous artists feature many of Zorn’s most important musical colleagues: Bill Frisell, Fred Frith, Bobby Previte, Anthony Coleman, Christian Marclay, John Lurie, and Richard Foreman among others. Essential Zorn from the mid ’80s. Also included as a bonus: the rare and delightful Christmas track Blues Nöel.


Tracklist:
1. Godard (18:49)
2. Spillane (25:24)
3. Blues Nöel (5:53)

Total Time: 50:05

Line-up:
- Anthony Coleman / Piano, Organ, Celeste, Harpsichord (1, 2, 3)
- Carol Emanuel / Harp (1, 2)
- Bill Frisell / Guitars, Banjo (1, 2)
- Christian Marclay / Turntables (1)
- Bobby Previte / Drums, Percussion (1, 2) Timpani (2)
- David Weinstein / Sampling, Keyboards (1, 2, 3)
- John Zorn / Reeds, French Narration (1) Alto Sax (2, 3) Clarinet (2)
- Luli Shioi / Voice, Japanese Narration (1)
- Richard Foreman / English Narration (1)
- David Hofstra / Bass, Tuba (2)
- Bob James / Tapes, Compact Discs (2)
- Jim Staley / Trombone (2)
- John Lurie / Voice of Mike Hammer (2)
- Robert Quine / Voice of Mike Hammer's Conscience (2)
- Michael Blair / Percussion, Voice (3)
- Fred Frith / Guitars, Bass (3)
- Ikue Mori / Drum Machine, Voice (3)


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mercoledì 19 novembre 2008

The String Quartets (1999)


Questo album ha l'onore di essere il primo a raccogliere i quartetti d'archi di Zorn, tre dei quali originariamente commissionati dal Kronos Quartet. La visionarietà delle composizioni, unita alla strabiliante performance del quartetto “DeSade” (Hammann / Feldman / Martin / Friedlander) rende questo disco, oltre che indimenticabile, assolutamente unico nella discografia del nostro beniamino. Zorn decide di spingersi oltre ogni limite consentito, e la forma quartetto gli permette di mettere in luce quella che, a detta sua, è sempre stata la sua maggiore fonte di ispirazione: la musica classica.
I primi tredici minuti, ovvero il brano “Cat O' Nine Tails” (1988), sono già di per sé spiazzanti: non c'è un istante di respiro, le corde dei violini vengono massacrate in fraseggi inquietanti, alternati con pizzicate enigmatiche. Una vera furia, che si acquieta a fatica solamente nel terrificante finale.
Seguono i tredici frammenti del secondo pezzo (pare che in origine fossero delle “miniature” hardcore, successivamente adattate per quartetto d'archi): Zorn immagina “The Dead Man” (composto nel primo periodo dei Naked City) come una sorta di “colonna sonora” a brevi scene sadomaso, e l'ascoltatore non farà certo fatica a crederci. C'è una passione insana in questi piccoli brani, giustamente contrassegnati da diversi termini di riconoscimento: non vi è infatti uno soltanto dei 13 pezzi che somigli ad un altro, ognuno di essi escogita nuovi sentieri espressivi, veramente appassionanti.
Le cose si complicano, e non poco, col brano “Memento Mori” (1992), dedicato all'artista Ikue Mori, e dichiarato da Zorn stesso un pezzo di difficile ascolto. Esso dura ben 30 minuti, durante i quali le variazioni di tono si sprecano: si incomincia con una melodia appena udibile, per passare ad un triste fraseggio di violino, per poi esplodere in una breve eruzione di suono. L'imprevedibilità è ai massimi livelli in questa poderosa suite, che Zorn rivelerà essere autobiografica, costruita su temi quali l'amore perduto e la triste esistenza dello studente. Un brano dunque che proviene direttamente dal più profondo dell'animo, sebbene notevolmente “ermetico”. Ciononostante rimane tuttora uno dei traguardi più importanti di tutta la sua carriera.
Il brano conclusivo, “Kol Nidre” (1996), non commissionato, costituisce la dimensione più spirituale di questi esplosivi quartetti: lontanamente ispirato alle sonorità ebraiche, si tratta del pezzo più accessibile della raccolta, funereo ma emozionante dall'inizio alla fine. Una melodia minimale che ci sembrerà finire troppo presto, dopo la concentrazione cui ci hanno sottoposto le suite precedenti.
“The String Quartets” può essere definito un “capolavoro per pochi”, quei pochi che da sempre considerano Zorn un genio, senza riserve.

At last all four of Zorn's infamous compositions for string quartet are available on CD! Originally commissioned by the world-renown Kronos Quartet, three of these pieces are recorded here for the first time. From the cartoon/montage qualities of the popular "Cat O'Nine Tails," to the S/M poetry of "The Dead Man," the hermetic philosophy of "Memento Mori" and the spiritual transcendence of "Kol Nidre," these four quartets take on and challenge the tradition of classical string quartets from Beethoven, Bartók, Webern, Carter and Ferneyhough, forging an exciting new world of their own. Performed by an exciting new quartet of Zorn veterans and new music virtuosos, Zorn's unique compositional voice shines like never before.


Tracklist:
1. Cat O' Nine Tails (13:56)
2. The Dead Man: Variations (1:04)
3. The Dead Man: Sonatas (0:41)
4. The Dead Man: Manifesto (0:49)
5. The Dead Man: Fanfare (0:56)
6. The Dead Man: Meditation (0:53)
7. The Dead Man: Rondo (0:47)
8. The Dead Man: Romance (0:30)
9. The Dead Man: Blossoms (1:07)
10. The Dead Man: Fantasy (0:52)
11. The Dead Man: Folio (1:15)
12. The Dead Man: Nocturne (1:38)
13. The Dead Man: Etude (0:40)
14. The Dead Man: Prelude (1:22)
15. Memento Mori (29:22)
16. Kol Nidre (8:23)

Total Time: 64:15

Line-up:
- Mark Feldman / 2nd violin, 1st violin (1)
- Erik Friedlander / cello
- Joyce Hammann / 1st violin
- Lois Martin / viola


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domenica 16 novembre 2008

Masada: Live in Taipei, 1995 (1998)


Recorded at the Crown Theatre in Taipei (Taiwan)

Of all the concerts Masada has performed in the past six years, their run in Taipei stands out as perhaps their most exciting. Everyone was on fire during those nights and the excitement generated by the audience seemed to feed the band to a magical level of creativity and inspiration. Masada’s live shows have become legendary, but none more than these three extraordinary shows recorded at Crown Theater in Taiwan’s capital city of Taipei. An absolutely essential document of one of the world’s most exciting working bands.


Tracklist:
Disc 1 (73:34)
1. Gevurah (12:38)
2. Ach'shaph (2:41)
3. Mahshav (7:09)
4. Shebuah (12:06)
5. Shilhim (2:45)
6. Idalah-abal (8:25)
7. Mikreh (10:45)
8. Yoreh (7:42)
9. Tekufah (9:17)

Disc 2 (73:02)
1. Debir (9:17)
2. Sheloshim (8:11)
3. Katzatz (2:47)
4. Hadasha (11:21)
5. Lachish (2:25)
6. Midbar (9:08)
7. Evel (5:46)
8. Hafla'ah (6:34)
9. Rachab (7:08)
10. Ziphim (10:19)

Total Time: 146:36

Line-up:
- John Zorn / saxophone
- Joey Baron / drums
- Greg Cohen / bass
- Dave Douglas / trumpet


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giovedì 13 novembre 2008

Masada: Live In Jerusalem, 1994 (1999)


L'ensemble di Masada non ha alcun bisogno di presentazioni. Lo storico quartetto di free jazz/klezmer ha già pubblicato 10 dischi, i quali compongono il primo libro “Masada” (il quale, come preannunciato, avrà seguito nella serie “Book of Angels”, progetto molto differente, come vedremo): nel 1999 decidono di pubblicare, questa volta sotto Tzadik, alcune strabilianti performance live registrate nei loro tour in giro per il mondo. E tale serie viene inaugurata da quella che viene considerata fra le loro migliori performance in assoluto, ossia l'approdo nella città di Gerusalemme, in Israele (paese d'origine della musica klezmer).
Questa formidabile serie verrà annoverata da critica e pubblico fra i capolavori live del free jazz.

Every working band has magical nights – nights when everything fits together and the music takes off into the stratosphere.
The MASADA LIVE series documents these unforgettable concerts recorded in venues around the world, bringing these rare special moments to you in beautiful 2 CD packages.
This first set presents Masada’s historic visit to Israel, their first appearance at the world famous Jerusalem Festival. A very special moment in the life of one of the most exciting jazz groups working today. This is MASADA at their very best.

Essential informations will be given on next “Masada Live” postings


Tracklist:
Disc 1 (60:40)
1. Piram (9:52)
2. Bith-aneth (11:57)
3. Lachish (3:35)
4. Peliyot (7:11)
5. Hadasha (10:53)
6. Ravayah (3:35)
7. Zebdi (1:53)
8. Tirzah (8:07)
9. Hekhal (3:31)

Disc 2 (51:24)
1. Kanah (6:12)
2. Shilhim (2:39)
3. Ziphim (9:09)
4. Abidan (6:24)
5. Netivot (4:50)
6. Zelah (4:54)
7. Idalah-abal (5:44)
8. Jair (5:15)
9. Ashnah (6:10)

Total Time: 112:04

Line-up:
- John Zorn / saxophone
- Joey Baron / drums
- Greg Cohen / bass
- Dave Douglas / trumpet


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martedì 11 novembre 2008

Music Romance, Vol. I: Music For Children (1998)


Primo di quella che almeno fino ad ora si presenta come una bizzarra trilogia, denominata “Music Romance”, “Music For Children” è un album molto curioso e vario: 8 brani estremamente diversi tra loro, senza nessuna apparente coesione. E' persino difficile credere al titolo, visto che gli unici brani di possibile ascolto per un bambino possono essere “Fils des etoiles” e la conclusiva “Sooki's Lullaby”, una melodia per solo carillon (Anthony Coleman).
Il resto è tutto un programma: i brani 2, 4 e 5 sono brevissimi frammenti composti ai tempi di “Torture Garden”, eseguiti da John Zorn e la band Prelapse (con cui collaborerà in futuro); la suite “Music for Children” è una oscura composizione da camera per violino (David Abel), piano (Julie Steinberg) e percussioni (William Winant), ideale per rappresentare un incubo infantile; l'istante di tregua è “Dreamer of dreams”, un delicato brano jazzy eseguito da Marc Ribot, Erik Friedlander e Greg Cohen.
Ma il pezzo forte arriva ora, “Cycle du nord”, dedicato al grande Edgar Varèse: tre “wind machines” e due sistemi di feedback, per 21 minuti dove Zorn sembra registrare un uragano nel deserto. Nonostante per quasi tutti gli ascoltatori possa risultare insopportabile, questo settimo brano rende il tutto ancora più provocante, sempre all'insegna dell'enigmatico (e ironico) titolo del disco.
Ora è necessario trarre delle conclusioni. Zorn questa volta ha deciso di metterci veramente alla prova. Possono alcuni brani thrash-noise (per alcuni disturbanti) e un jazz rilassante compensare la fatica di due suite così misteriose e al tempo stesso audaci? I casi sono due: se avete sempre affrontato ogni genere di follia zorniana, non avrete difficoltà ad apprezzare “Music for Children” nel suo complesso; se invece siete alle prime armi, o ancora non vi siete convinti dei vostri gusti, forse questo album non fa per voi. Di certo non è fra i più accessibili del compositore, e nemmeno tra i più belli: ma il mio consiglio, come sempre, è di non perdervelo, anche se poi non vi piacerà. Poiché un genio lo si può riconoscere sempre, anche nelle prove più faticose.

Music For Children is the first in a series of quirky collections that show Zorn's compositional genius at its most eclectic. 3 short never-heard-before Naked City compositions (written at the time of Torture Garden) performed by Zorn with the scorching Boston-based band Prelapse; a 20-minute electro-acoustic excursion for 3 wind machines and 2 controlled feedback systems dedicated to Edgar Varese, and a virtuosic classical chamber piece for violin, percussion and piano brilliantly performed by the award-winning Abel-Steinberg-Winant Trio. These are framed by a poly-rhythmic etude for percussion and celeste and a charming nostalgic lullaby for music box.


Tracklist:
1. Fils Des Etoiles (2:16)
2. This Way Out (1:10)
3. Music For Children (14:17)
4. Bikini Atoll (0:46)
5. Bone Crusher (0:38)
6. Dreamer Of Dreams (5:48)
7. Cycles Du Nord (20:54)
8. Sooki's Lullaby (3:17)

Total Time: 49:11

Line-up:
- David Abel / violin (3)
- Cyro Baptista / percussion, vocals (1)
- Greg Cohen / bass (6)
- Anthony Coleman / celeste (1), celeste music box (8)
- Erik Friedlander / cello (6)
- Jeff Hudgins / alto sax (2, 5)
- Dane Johnson / guitar (2, 5)
- Alex Lacamoire / keyboards (2, 5)
- Marc Ribot / guitar (6)
- Andy Sanesi / drums (2, 5)
- Julie Steinberg / piano (3)
- Mason Wendell / bass, vocals (2, 5)
- William Winant / percussion (3)
- John Zorn / alto sax (5), three wind machines and two acoustic feedback systems (7)


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sabato 8 novembre 2008

The Bribe (1998)


Concepito soltanto qualche mese dopo lo storico “Spillane”, “The Bribe” si propone come un'opera di “variazioni ed estensioni” del disco del 1987. La formazione infatti è pressappoco la stessa, e l'affiatamento è forse ancor superiore. I 26 frammenti, raggruppati in tre parti per un totale di quasi 80 minuti, si articolano in sfrenati swinging-jazz, sezioni ambient, qualche stralcio di noise ben organizzato e moltissimo altro. Le musiche altamente evocative permettono all'ascoltatore di costruire la trama di un immaginario film noir, dominato dalle profonde note di basso e orchestrazioni magistrali.
Difficile andare oltre nella descrizione di un disco così eclettico, che ad ogni cambio di ritmo sa emozionare sempre più, in un crescendo che può soltanto concludersi nella proclamazione di un nuovo capolavoro, forse ancora migliore del predecessore. Unico.

Written a few months after the session that created one of Zorn's most influential compositional masterpieces "Spillane," The Bribe is a major new discovery in the Zorn oeuvre. Recorded in the same style as "Spillane," with the same engineer, and very close to the same ensemble, these cues are not unlike an extended version of that classic piece. Created originally for three thirty minutes radio plays produced by Mabou Mines theater company back in 1986, this exciting music features lush moody orchestrations, swinging jazz, hard rock, groovy funk, noise, improvisations, exotic ambience and much, much more. With all the music squeezed onto one extended CD (over 76 minutes), The Bribe is one of Zorn's most eclectic and stimulating releases.


Tracklist:
Part 1 - Sliding on Ice
1. Gill's Theme (2:08)
2. Hydrant of the Vogue (0:41)
3. The Big Freeze (1:01)
4. Meters (2:24)
5. Bridge/Cocktails (4:06)
6. The Willies (1:01)
7. The Taxman Cometh (1:16)
8. Night Walk (1:09)
9. Skit Rhesus (2:43)
10. Boxer (0:59)
11. Trick or Treat (3:22)
12. The Latin Trip/Gill's Theme (3:34)
Part 2 - The Arrest
13. A Taste of Voodoo (3:20)
14. Inhaling the Image (1:49)
15. City Chase (3:27)
16. Dreams of the Red Chamber (11:38)
17. Rash Acts (1:30)
18. Chippewa (1:24)
19. The Hour of Thirteen (0:47)
20. Radio Mouth/Gill's Theme (3:01)
Part 3 - The Art Bar
21. Midnight Streets (3:58)
22. Victoria Lake (3:12)
23. Strip Central (5:26)
24. Pink Limousine (9:18)
25. Skyline (3:19)
26. Ordinary Lies/Gill's Theme (2:05)

Total Time: 78:38

Line-up:
- Anthony Coleman / piano, celeste, organ
- Marty Ehrlich / alto, tenor, bass clarinet
- Carol Emanuel / harp
- David Hofstra / acoustic and electric bass
- Wayne Horvitz / organ, keyboards
- Christian Marclay / turntables
- Ikue Mori / drum machines
- Zeena Parkins / electric and acoustic harp
- Bobby Previte / drums, percussion, vibes, timpani
- Robert Quine / electric guitar
- Reck / rhythm guitar
- Jim Staley / trombone
- John Zorn / alto saxophone


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mercoledì 5 novembre 2008

Aporias: Requia for Piano and Orchestra (1998)


Degno successore del celebre “Elegy”, questo “Aporias” va ad aggiungersi alla serie di musica da camera del grande John Zorn. Snodata in 10 movimenti per poco più di mezz'ora, questa “requia” progettata per piano e orchestra si mantiene sullo standard di classica contemporanea con cui Zorn ci ha già stupiti in passato: ma mentre i primi dischi si potevano considerare maggiormente sperimentali, quasi un “saggiare il terreno”, questo disco è già indicatore di una maturità sonora più elevata, di una sicurezza senza precedenti nel suddetto ambito. Eseguita dal pianista Stephen Drury e dall'American Composers Orchestra, quest'opera ha raggiunto un'approvazione molto vasta tra il pubblico professionista e non, oltre ad essere stata esportata in diversi paesi oltreoceano.
Tra momenti misteriosi, brillanti e impetuosi, “Aporias” si guadagna un posto d'onore nel catalogo di Zorn, il quale oramai può vantarsi d'aver superato anche la prova “musica classica”. Imperdibile.

An aporia is an impossible passage and this "Requia" pays tribute to the indomitable creative spirit that negotiates the aporia of life and death. Written for piano soloist, six boy sopranos and full orchestra, Aporias is John Zorn's most accomplished composition to date. Performed in Cologne, Vienna and at Carnegie Hall, this monumental piece, part piano concerto, part Requiem has been universally hailed by performers, composers and audience alike as a new vision of modern orchestral music. Performed here by pianist Stephen Drury, the Hungarian Radio Children's Choir and the American Composers Orchestra under the direction of Dennis Russell Davies, this premiere recording made under the supervision of the composer is an exhilarating experience filled with subtle detail, unusual instrumental colors and emotional power.


Tracklist:
1. Prelude (6:41)
2. Impetuoso (3:33)
3. Con Mistero (3:01)
4. Languendo (2:34)
5. Risentito (2:50) (*)
6. Freddamente (2:32)
7. Religioso (2:05)
8. Drammatico (4:53)
9. Postlude (4:22)
10. Coda (0:47)

Total Time: 33:18

Line-up:
- John Zorn / composer
- American Composers Orchestra / symphonic orchestra
- Dennis Russel Davies / conductor
- Stephen Drury / piano soloist
(*) on track 5
- William Drury / conductor
- William Manley, Craig McNutt, Robert Schultz, Gary Wallen / hand claps


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domenica 2 novembre 2008

Masada Vol. 10: Yod


Tracklist:
1. Ruach (4:07)
2. Kilayim (3:22)
3. Taltalim (6:46)
4. Hashmal (3:23)
5. Tevel (5:49)
6. Segulah (5:32)
7. Yechida (7:49)
8. Tzalim (3:21)
9. Nashim (4:39)
10. Abrakala (14:28)
11. Zevul (2:16)
Total Time: 61:34

Line-up:
- John Zorn / alto saxophone
- Dave Douglas / trumpet
- Greg Cohen / bass
- Joey Baron / drums


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Buon ascolto!